
Conosciuto come il tempio della velocità l’Autodromo di Monza è il terzo circuito più veloce al mondo dopo quelli di Brooklands e Indianapolis. Nel corso degli anni è diventato il teatro di alcune tra le più grandi innovazioni sportive e tecnologiche. Il telepass, i guard-rail e l’asfalto drenante, per citarne alcuni, sono stati studiati e messi a punto proprio su questo tracciato.

Le immagini dell’articolo documentano il Gran Premio d’Italia di Formula 1 del 2014. Lewis Hamilton taglia il traguardo davanti a tutti per la ventottesima volta seguito dalla seconda Mercedes di Nico Rosberg. A completare il podio Felipe Massa sulla Williams. Male la Ferrari, Alonso si ritira dalla nona posizione per un guasto al motore mentre Raikkonen arriva nono senza entrare mai nel vivo della gara. Dalla fine degli anni gloriosi di Michael Schumacher, sono evidenti e permangono le difficoltà del Cavallino Rampante. Non resta che sperare in tempi migliori.
STORIA
I primi lavori per la realizzazione del circuito risalgono al 15 maggio del 1922 con l’obiettivo di concludere il tracciato entro il 15 agosto. Furono adibiti 3500 operai, 200 carri, 30 autocarri e una ferrovia Decauville di 5 chilometri con 2 locomotori e 80 vagoni. Questo ha permesso di realizzare l’intera struttura nel tempo record di centodieci giorni. La pista venne inaugurata il 28 luglio quando Pietro Bordino e Felice Nazzaro a bordo di una Fiat 570 tagliarono per la prima volta il traguardo.

La guerra determinò la sospensione di ogni attività e durante il periodo bellico l’autodromo assunse le più svariate funzioni. Divenne archivio del Pubblico Registro Automobilistico, accolse le fiere che vennero sfollate dal giardino zoologico di Milano e divenne deposito di automezzi militari. Alcuni residui i bellici sgretolarono il fondo del tracciato che venne ricostruito completamente solo nel 1948.
Fin dalle origini l’alta velocità è stata il punto di forza del tracciato ma presto divenne anche un problema in termini di sicurezza. Tra il 1972 e il 1978 furono costruite chicane e varianti per ridurre la velocità ma gli incidenti non tendevano a diminuire. Solo negli anni 80 con i grandi ammodernamenti si assiste ad una trasformazione dell’intero complesso. Le prime modifiche portano alla costruzione del nuovo paddock e all’ampliamento dei box fino a 46 postazioni aumentate oggi a 60. Nel 1994 la FIA ha imposto ulteriori direttive per adempiere agli standard di sicurezza. Nei gloriosi anni di Prost, Senna, Mansell, Schumacher e Villeneuve le banchine vennero ampliate e furono realizzate barriere di pneumatici a norma.
Con il progresso tecnologico delle vetture la velocità del circuito è tornata a salire, Nel 2003 Michael Schumacher ha vinto alla media di 247,585 chilometri orari, mentre Rubens Barrichello, nel 2004, ha stabilito il record sul giro in gara in 1’21” 046, alla media di 257,320 chilometri l’ora riconfermando l’Autodromo di Monza il più veloce circuito al mondo di quegli anni.
Bell’articolo!
L’autodromo di Monza si trova a pochi chilometri da casa mia