Borzone: dall’Abbazia di Sant’Andrea al Volto Megalitico

Trekking in Valle Sturla nell'entroterra della Liguria alla scoperta del Volto Megalitico di Borzone e dell'antichissima Abbazia di Sant'Andrea.

Racchiusa tra profonde valli, a circa sei km da Borzonasca, fa capolino tra la vegetazione che circonda le Rocche di Borzone una delle opere più imponenti ed enigmatiche della Liguria. E’ il Volto Megalitico di Borzone, un’antichissima e imponente scultura rupestre. E’ la più grande d’Europa e misura circa sette metri di altezza e quattro di larghezza.

Il volto megalitico

Volgendo lo sguardo a monte lungo la strada comunale che porta alla Frazione di Zolezzi, si scorge tra la vegetazione il grande volto. Nel 1965 durante un sopralluogo del Comune di Borzonasca per la costruzione della strada carrozzabile hanno scomperto questa incredibile raffigurazione. Tutti i quotidiani locali riportarono la notizia in prima pagina, tra cui il Corriere Mercantile, che uscì con un articolo in merito il primo febbraio di quell’anno.

LA LEGGENDA

La scultura è stata interpretata in un primo momento come l’effigie di Cristo. Secondo questa teoria si tratterebbe di un voto realizzato dai monaci Benedettini per l’avvenuta cristianizzazione della vallata. Questo evento collocherebbe la realizzazione del Volto nel Medioevo. A suffragio di quest’ipotesi c’è una leggenda secondo la quale, una volta all’anno, gli abitanti della valle usavano radunarsi al cospetto della scultura per venerare e ringraziare il Signore. Stando sempre alla leggenda, quando i frati si allontanarono dal monastero anche la tradizione decadde e il Volto fu dimenticato.

Abbazia di Sant’Andrea

Attualmente le ipotesi sulla sua creazione sono ancora controverse. Si tende a far risalire la scultura a un tempo molto più antico, in particolare al Paleolitico superiore, che data l’incisione rupestre tra il 20.000 e il 12.000 a.C. C’è incertezza anche su alcuni particolari della raffigurazione. Si ci chiede per esempio se il volto sia incorniciato da capelli o da una sorta di copricapo. Raffigura un uomo o una donna? Se il Volto risalisse al Paleolitico, si tratterebbe molto probabilmente di una divinità. Potrebbe quindi essere tanto maschile quanto femminile in quanto è opera di una società matriarcale. Uno studioso ha ipotizzato inoltre che il retro della scultura, coperto dalla fitta vegetazione, potrebbe celare un’altra immagine, dato che il bifrontismo è frequente nelle sculture antropomorfe del Paleolitico.

Resta il mistero ad avvolgere la realizzazione e il significato della scultura. L’immagine resterà a vigilare la vallata del Penna e le antiche vie di comunicazione in attesa di nuove ricerche da parte degli esperti.

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