
Il Monte Penna è una delle montagne più conosciute e frequentate dell’Appennino Ligure. Sorge sul lato padano della catena e separa la Val d’Aveto dalla Val di Taro. La sua forma lo rende riconoscibile anche a chilometri di distanza e si può vedere anche dalle vette del parco dell’Antola. La parete nord emerge da un bosco di faggi e conifere affiancata da un torrione che viene chiamato Pennino.
LA STORIA
Il nome Penna e le parole che ne derivano sono molto utilizzate in Liguria per indicare vette rocciose a forma acuta. Secondo alcuni l’origine deriva dal Dio Pen, il signore delle vette venerato dagli antichi liguri. La bellissima foresta ai suoi piedi viene citata in alcuni documenti del XVI secolo quando i Doria affittavano parti di terreno ad impresari per ricavarne legname. L’importante risorsa veniva poi utilizzata nei cantieri di Chiavari e Lavagna per la produzione di remi da galèa. Con l’industrializzazione la foresta venne saccheggiata e grandi faggi secolari scomparvero completamente. Per porre rimedio nel Novecento furono piantate abetaie troppo fitte e cupe quasi completamente prive di sottobosco che tuttavia hanno restituito un fascino notevole rendendo unico il paesaggio.
IL TREKKING
Il percorso ad anello ha una durata di circa 2 ore e mezza. Il tratto attrezzato che conduce alla vetta è di livello EE ma volendo si può facilmente evitare percorrendo andata e ritorno sulla dorsale ovest del monte su un percoso di tipo E. Il percorso ha inizio dal parcheggio che si nota sulla provinciale nei pressi della Casa Forestale e l’inizio della strada sterrata per il Passo dell’Incisa. Seguiamo il segnavia con triangolo giallo pieno e dopo un primo tratto pianeggiante il sentiero sale ripido tra gli abeti. Si supera una vallecola quindi arriviamo all’incrocio del percorso che conduce alla Nave. Qui si volta a destra in salita, ignoriamo la deviazione per il Monte Trevine fino a raggiungere l’intaglio tra il Monte Penna e l’anticima del Pennino. Inizia il tratto più esposto del sentiero, piuttosto ampio, attrezzato per quasi tutta la sua lunghezza con una catena. Superato qualche gradone si nota la vetta e si devia bruscamente a sinistra dove occorre arrampicarsi su rocchette che portano fino alla sommità.
Con i suoi 1735 metri la vista risulta straordinaria, ai piedi della statua e della cappelletta si può notare nelle giornate più limpide anche una linea di mare della costa ligure. Sul versante opposto notiamo invece una panoramica sul Pennino, il Monte Trevine, la Nave, il Monte Gottero più a destra con le punte delle Alpi Apuane alle sue spalle.
Passo dell’Incisa: dal Monte Penna alle Casermette
Scendiamo seguendo il quadrato giallo pieno e una croce gialla in direzione ovest entrando dopo pochi metri nel bosco. Il percoso semplice e rilassante ci porta dopo circa 30-40 minuti al Passo dell’Incisa. Siamo sul confine tra le province di Parma e Genova in un crocevia di sentieri. Il suo nome ha origini antiche e deriva dalla forma del passo angusto, una vera e propria incisione tra il Penna e il Monte Cantomoro che permetteva di valicare gli Stati Sardi e il Ducato di Parma.
Dal valico si prende la sterrata a destra che dopo 1,5 km conduce al parcheggio di partenza. Un centinaio di metri prima di arrivare sulla provinciale, sulla destra troviamo un cartello in legno con la scritta “M. PENNA”. Prendendo la deviazione arriviamo nei pressi del bellissimo Laghetto del Penna. E’ di origine glaciale e giace ai piedi della parete rocciosa. Nei mesi di marzo e aprile mentre si scioglie la neve è possibile assistere all’accoppiamento della Rana Temporaria, una specie che in questo periodo depone le uova nei pressi delle acque incontaminate.
Ho fatto anche questa escursione, molto bella, ho visto anche il laghetto che hai citato. L’ho fatta lo scorso autunno, volevo vedere lo spettacolo assoluto della foresta in autunno, ma il giorno che sono arrivato lassù il clou dell’autunno era già passato, ormai c’era una vegetazione di tipo invernale, comunque è stata un’escursione piacevole lo stesso…