
Ci troviamo a Rapallo, la nota cittadina del levante ligure che si affaccia sul Golfo del Tigullio a pochi chilometri da Portofino. Tra i turisti e l’aria di mare, molti passeggiano in centro e fanno acquisti, altri aspettano l’arrivo della funivia che porta sulla terrazza panoramica del Santuario di Montallegro, altri ancora lo raggiungono a piedi. Nessuno si domanda da dove ha origine il tutto. I ricordi giacciono, in stato di abbandono, nella piccola frazione di Gravero.
Gravero
Questa località non viene mai citata tra le frazioni di Rapallo ma è formata da gruppi di case che testimoniano il primo insediamento abitativo della città. Si trova a 301 mt sul versante collinare opposto al Santuario di Montallegro e ha una visuale panoramica sul mare e la costa. Conosciuto nel dialetto locale con il nome Gré, la sua storia è stata condizionata dai problemi infrastrutturali. Decisioni e promesse mai realizzate hanno portato il borgo in uno stato di degrado progressivo. Gli abitati da sempre hanno chiesto la realizzazione di una strada ma le buone intenzioni delle campagne elettorali non hanno mai avuto un reale seguito nei fatti.
L’escursione
Oggi il borgo è raggiungibile solo a piedi seguendo il sentiero che inizia sulla SP58 a 98 mt s.l.m. Si arriva in prossimità di una curva a gomito in località Ponte di Gravero dove si valica l’omonimo torrente e si trova anche una fermata dei bus. Il percorso è stato risistemato nel 2016 grazie ai volontari del Parco di Portofino con l’aggiunta di pannelli illustrativi. Tuttavia a distanza di pochi anni il degrado risulta molto evidente. Spesso la natura avvolge il percorso rendendo difficile l’esplorazione, mentre alcuni atti vandalici hanno distrutto parte delle illustrazioni guidate.
Il sentiero storico-naturalistico di Gravero presenta un dislivello di 203 mt. Lo si può percorrere ad anello per 1.6 km con un tempo medio di percorrenza di 1,15 h. Solo un paio di case sono tenute in buono stato di conservazione. Probabilmente grazie ai figli di chi è nato ed è sempre vissuto in questo angolo di Liguria dimenticata.
Il Cimitero degli Animali
Dopo pochi scalini dall’inizio del sentiero un cartello indica la deviazione per raggiungere il memoriale di questo borgo. Il cimitero degli animali si presenta anch’esso in uno stato di abbandono che lo rende ancora più triste, ma presenta un valore storico e simbolico da record. Si tratta infatti del cimitero più antico d’Europa ad oggi esistente. Risale ai primi anni dell’800. Solo a Parigi pochi anni prima fu realizzato un luogo simile che venne completamente demolito agli inizi del 900 passando così il primato alla frazione di Gravero.
L’idea di realizzare un memoriale dedicato ai nostri amici a quattro zampe, nasce grazie alla volontà della celeberrima famiglia Molfino. In realtà in origine il cimitero ospitava solo cani, ma con il tempo sono stati portati molti altri amici del cuore e oggi si possono trovare anche cani lupi, gatti e conigli. Non mancano gli evidenti atti vandalici che hanno distrutto buona parte delle tombe. Erano presenti anche statue e diverse targhe commemorative che si possono scorgere come detriti sotto il manto del Il comune, che è a conoscenza della situazione, aveva in programma di costruirlo in un luogo più idoneo, ma anche in questo caso i fatti sono stati sempre lontani dall’essere realizzati.
La famiglia Molfino
Nel XIX Secolo la famiglia Molfino aveva una villa settecentesca a Gravero, oggi ristrutturata, con l’annesso cimitero dedicato alle tombe dei cani di famiglia. Ambrogio Molfino era deputato progressista dal 1876 quando Agostino De Pretis aveva portato al governo la “Sinistra storica”. Insieme alla moglie Amalia Molfino trascorrevano la villeggiatura a Gravero trattenendo gli ospiti in un minuscolo anfiteatro che venne costruito dalla famiglia precedente: gli Assereto (1710-1830). Le lapidi sorgevano lungo il sentiero di accesso alla villa accanto alla cappelletta di San Francesco Saverio. La chiesetta risale al 1691 grazie alla volontà del sacerdote Francesco Maria appartenente alla famiglia Stronati. Ancora oggi i ruderi sono evidenti con alcune tombe collocate al suo interno.
“Intelligente, grazioso, obbedì nove anni ad Amalia Molfino”
“A dog has names for himself that a man can’t know”
“Nato tra i ruderi dell’etrusca Pircos, vigilò guardiano di questi boschi un lustro”
“Depretis lo donò a Molfino nel 1867. Morte lo rapiva nel 1870”
“You now have learned enough to see that Cats are much like you and me”
L’antico memoriale ha lasciato il posto ad altri amici del cuore che hanno avuto il privilegio effimero di un ricordo. La cieca fortuna ad infiniti altri l’ha negato. Solo l’amore di volontari potranno rendere ancora una volta onore e rispetto ad un luogo unico del passato.
“..scusate il disturbo io non ho una lapide e neanche un nome, mi sono trascinato dalla curva là in fondo, dopo il passaggio dell’auto, già prossimo alla fine. Sono arrivato fino al vostro eremo di fortunati per condividere almeno il rispetto del silenzio..”
Bellissimo post: non mancherò di fare quella passeggiata la prossima estate. Grazie!
Grazie a te Enzo per il commento! Fammi sapere cosa sarà rimasto se passerai da quelle parti, un saluto e a presto!
❤