Profondità di campo: il diaframma e la messa a fuoco

Profondità di campo e diaframma. Punti e modalità di messa a fuoco: One-Shot, AI-Servo, AF-Continuo e pulsante BBF (Back Button Focus)

La profondità di campo è una zona di accettabile nitidezza che si trova davanti e dietro il piano del fuoco. Viene controllata dal fotografo attraverso la regolazione del diaframma. Quando osserviamo nel mirino di una reflex vediamo l’immagine alla massima apertura. Ciò consente di avere una visione luminosa della scena, possiamo impostare così l’apertura focale desiderata, comporre l’immagine e premere il pulsante di scatto. Solo nel momento in cui si scatta il diaframma viene chiuso in base all’impostazione data. Alcune fotocamere invece hanno l’anteprima della profondità di campo e consentono di esercitarsi su questa funzionalità ancora prima di scattare la foto.

Oltre al diaframma esistono altre tre variabili che influenzano la profondità di campo. Tra queste troviamo la lunghezza focale dell’obiettivo, la distanza tra la fotocamera e il soggetto e la dimensione del sensore. Questi parametri influenzano sull’ingrandimento del soggetto e comportano una profondità di campo apparente. Questo significa che usando lunghezze focali minori (24mm, 35mm) la profondità di campo sarà più apparente (foto copertina) rispetto a quella dei teleobiettivi di 135mm o 200mm. Più lontano è il soggetto maggiore è l’apparente profondità di campo, quindi per minimizzarla dobbiamo avvicinarci. Se stiamo usando una compatta avremo un sensore ridotto che impedisce di simulare una profondità di campo ridotta, quindi non riusciremo mai a replicare l’effetto della foto copertina. Un sensore 1/1.8” con un’apertura focale f/2.8 produce infatti un’immagine equivalente ad un’apertura f/13 su una macchina avente sensore full frame.

Il diaframma

Nel corpo macchina sono presenti una serie di lamelle che consentono di simulare il comportamento dell’occhio umano. Sono disposte a forma circolare e ruotano su se stesse. Questo movimento consente di allargare o restringere lo spazio al centro delle lamelle dove passa la luce che entra dall’obiettivo e arriva al sensore digitale. In modo analogo quando ci troviamo al buio la nostra pupilla si espande per consentirci di vedere anche in presenza di scarsa luce, viceversa quando siamo esposti al sole la pupilla si restringe.

Minore è l’apertura maggiore è la profondità di campo e viceversa. Un’apertura f/16 dà la massima profondità, mentre un’apertura f/1.4 la minima. In genere l’impostazione standard si aggira intorno f/8 o f/11. Questa permette una profondità di campo adeguata a quasi tutti gli scatti e garantisce un po’ di margine se si sbaglia il punto di messa a fuoco. Usare la macchina alla massima apertura del diaframma implica una buona esperienza nel trovare esattamente il punto di messa a fuoco. Con la chiusura del diaframma aumentano i tempi di scatto, in questo caso si può aumentare l’ISO per ridurli, avere una mano molto ferma o attrezzarsi con un cavalletto.

Messa a fuoco

Le macchine di base generalmente includono software che facilitano e garantiscono una messa a fuoco automatica in base all’immagine che si sta riprendendo. Le reflex e le compatte più avanzare offrono opzioni più sofisticate permettendo di selezionare uno o più punti di messa a fuoco attraverso varie modalità. L’impostazione standard che si trova su tutte le compatte è il punto di messa a fuoco al centro dello schermo. Più la macchina è professionale maggiori saranno i punti di messa a fuoco che potremo scegliere sul mirino, questi consentono di coprire un’ampia parte del frame offrendo più opzioni di scatto.

Manuale: in genere è molto comodo affidarsi all’autofocus che ci permette la messa a fuoco automatica nel punto di messa a fuoco scelto. Tuttavia ci sono molte situazioni in cui la messa a fuoco manuale è fondamentale. Pensiamo alla fotografia astronomica, se puntiamo la macchina verso il cielo e proviamo a cliccare leggermente il pulsante di scatto l’autofocus inizierà a regolare all’infinito le lenti perché non trova in mezzo al cielo nero un elemento di contrasto su cui focalizzarsi. In questo caso i fotografi impostano la modalità manuale regolando il fuoco su infinito. Anche quando si usa il cavalletto e il soggetto statico è decentrato rispetto al frame, solitamente si mette a fuoco l’immagine con la modalità automatica, quindi si passa alla modalità manuale per non far modificare alla macchina le impostazioni ogni volta che si preme il pulsante di scatto.

One-Shot: con questa modalità possiamo scegliere sul mirino il nostro punto di messa a fuoco tra quelli disponibili sulla macchina. Premiamo così il pulsante di scatto a metà corsa ed entrerà in funzione l’autofocus. La messa a fuoco resterà attiva fin quando non solleviamo il dito o premiamo del tutto il pulsante per scattare la foto. Se il soggetto si sposta in questo caso dobbiamo sollevare il dito e ricalcolare la messa a fuoco cliccando nuovamente a metà corsa il pulsante. Questa modalità è standard su tutte le compatte e si usa sulle reflex per fotografare in situazioni normali.

Predittiva: questa modalità sulle reflex si chiama anche AI-Servo o AF-Continuo. Tenendo premuto il pulsante di scatto a metà corsa la fotocamera regola continuamente la messa a fuoco sul soggetto in movimento che si sta inquadrando. E’ una modalità molto usata nella fotografia sportiva, per fotografare gli animali, i bambini e tutto ciò che si trova in movimento e vogliamo catturare. Le fotocamere professionali garantiscono una maggiore velocità di messa a fuoco e hanno un software che permette di distinguere la tipologia di sport, il sorriso e lo sguardo delle persone oppure nuovi soggetti che entrano improvvisamente all’interno della nostra immagine.

Back Button Focus

La BBF (Back Button Focus) è una funzionalità avanzata che hanno quasi tutte le reflex. Si tratta di un pulsante posteriore che si può usare invece di premere il pulsante di scatto a metà corsa. In pratica si sceglie il punto di messa a fuoco sul soggetto, osservando nel mirino, quindi di preme il tasto BBF con il pollice per bloccare la messa a fuoco. A questo punto notiamo che il pulsante di scatto a metà corsa non permette più di cambiare la messa a fuoco in quanto risulterà bloccata fin quando non premiamo nuovamente il pulsante BBF. E’ una funzionalità utile se il soggetto è statico e occorre effettuare più scatti. Permette di non fare lavorare inutilmente l’autofocus e aumentare la durata della batteria.

Sicuramente chi si trova alle prime armi questa funzionalità risulterà essere una perdita di tempo. Con la pratica e l’esperienza però, diventerà indispensabile per ottenere scatti avanzati, velocizzare le procedure di messa a fuoco e limitare errori sul punto di messa a fuoco.

1 Commento

  1. molto interessante l’articolo, io come avrai capito conosco bene queste nozioni e le metto sempre in pratica, ma è sempre bello rileggerle. Noi appassionati non ci stanchiamo mai di leggere la nostra materia preferita.. 😉

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