Siamo ai piedi del Monte Baldo, sul versante est del Lago di Garda, pronti a scoprire un antico percorso usato dai pellegrini ancora oggi per raggiungere l’affascinante Santuario Madonna della Corona. Costruita sotto lo strapiombo di rocce, la basilica è diventata il simbolo di tutta la Valle dell’Adige, meta di pellegrinaggi provenienti da tutta Europa.
Il complesso è raggiungibile attraverso due percorsi. Il più famoso è il Sentiero della Speranza conosciuto comunemente come il Sentiero dei Pellegrini. Questo storico percorso permette di scalare il versante roccioso del monte e raggiungere il Santuario in 2 ore coprendo un dislivello di circa 600 metri. Il percorso più semplice inizia invece da Ferrara di Monte Baldo, un borgo situato sopra il santuario. Dai due grandi parcheggi dedicati alle auto e ai bus si può raggiungere la chiesa passeggiando per circa 20 minuti in discesa oppure prendendo il bus navetta.
UN PO’ DI STORIA
È possibile datare la struttura originale del santuario intorno l’anno Mille. Alcuni documenti medioevali sostengono che un gruppo di eremiti viveva nei pressi dell’Abbazia. Un tempo era raggiungibile solo da un pericoloso sentiero scavato nella roccia. I materiali per il restauro e le provviste del monastero venivano calati con una carrucola dal bordo superiore della sporgenza rocciosa. Ancora oggi dal piazzale della chiesa con il naso all’insù si può notare la struttura.
Nel 1437 S. Maria di Monte Baldo passò sotto la proprietà dei Cavalieri di San Giovanni che trasformarono il Santuario. Venne costruita nel 1625 una nuova chiesa su quella preesistente, poi vennero migliorate le vie di comunicazione come l’antico ponte di accesso alla valle. Nel 1806 un provvedimento Napoleonico sciolse la proprietà. Sul finire del XIX secolo invece l’architetto Giuseppe Magagnotti di Verona progettò l’attuale facciata in stile gotico ornata di marmi.
Le infiltrazioni d’acqua che scorrono lungo il versante roccioso rendono la struttura piuttosto fragile. Per questo dopo la seconda guerra mondiale è stato avviato un progetto di demolizione e ricostruzione conservando le parti originali più integre della struttura. Nel 1978 il lavori terminarono, nel 1982 venne attribuito il titolo di “Basilica minore” e nel 1988 Papa Giovanni Paolo II visita per la prima volta il nuovo Santuario.
SENTIERO DELLA SPERANZA
Sull’autostrada del Brennero A22 si esce al casello di Affi-Lago di Garda Sud e, seguendo le indicazioni per Brentino, arriviamo dopo 15 minuti nel piccolo paese. Lasciamo l’auto in Piazza Rosmini e proseguiamo sulla strada asfaltata fino alle ultime case del borgo. Il percorso inizia su una scalinata a gradini regolari che dopo pochi metri si trasformano ad altezza irregolare. Lungo i primi tornati gli alberi dal fusto basso rendono il sentiero soleggiato, più avanti invece si trasforma in una fresca galleria naturale.
La prima tappa si trova in prossimità di una croce bianca che appare dopo un lungo rettilineo. Un bel panorama consente di ammirare l’intera valle dell’Adige. Dopo un centinaio di metri si giunge in località Polsaora dove si notano grossi massi di pietra.
E’ uno storico luogo di riposo dove il venerdì santo di ogni anno due tradizionali pellegrinaggi s’incontravano. Una processione partiva dal Santuario e un’altra da Brentino in direzione opposta. La tradizione fu interrotta nel 1835 quando il gruppo di fondovalle partì e si fermò a Polsaora per attendere i devoti che dovevano scendere da Spiazzi. Questi però non arrivarono mai. Proprio mentre la processione stava partendo erano caduti grossi massi dalla parete rocciosa sulla canonica che avevano ucciso il prete e il sacrestano. Da allora in poi la processione del venerdì Santo non fu mai più ripetuta.
Dopo una leggera salita senza scalini si arriva attaccati alla parete rocciosa dove una scalinata a zig-zag si arrampica sul costone. A metà percorso si passa di fronte alla Grotta della Pietà dove era stata collocata la statua della Vergine durante le ricostruzioni del Santuario. Ai piedi dell’attuale icona si trova il registro dei Pellegrini e si può firmare per mantenere l’usanza diffusa nel tempo.
Ancora pochi tornanti e riusciamo a scorgere il complesso arroccato sulle pareti del precipizio. Inizia una scala e poi ne susseguono altre fino ad arrivare sull’antico Ponte del Tiglio, una struttura in pietra che conduce sullo spazio vero e proprio del Santuario.
Che bello qua, ero tanto tempo fa…
E’ nella mia lista delle future gite fuori porta! Grazie per questo interessante articolo!