
L’escursione ci immerge in un promontorio selvaggio e spettacolare, alto, sopra le scogliere tra la vegetazione mediterranea. Da Punta Mesco la vista è completa su tutte le Cinque Terre fino alle isole Palmaria, Tino e Tinetto. Un panorama mozzafiato, tra i più belli della Liguria. E’ in percorso di tipo Escursionistico con un tempo di percorrenza di sola andata che si aggira intorno alle 2 ore.

Dalla stazione di Levanto raggiungiamo il lungomare, quindi sulla sinistra, all’interno di un porticato inizia la salita San Giorgio. Si arriva al castello con la vicina chiesa di Sant’Andrea e si continua sulla larga salita in ciottolato. Passando tra le ville della zona boscosa troviamo anche Casa Massola dove Guglielmo Marconi fece le sue prime trasmissioni. Pochi metri in salita e oltrepassiamo il bellissimo hotel Giada del Mesco. Contina prima in discesa e poi in piano con un bel panorama sulla scogliera fino all’isola della Gorgona. Il sentiero passa in località Case San Carlo che in primavera si trasforma in un bellissimo angolo fiorito, poi in località Casa Lovara dove c’è la possibilità di fare una sosta e bere vino del luogo e acqua. La mulattiera prosegue in salita fino ai ruderi della torre di avvistamento in località Sella del Torrio. Pochi passi e raggiungiamo il bivio che porta a Monterosso.
PUNTA DEL MESCO
Voltiamo a destra sulla Sella del Mesco che offre un panorama unico. Qui si trovano le antiche rovine dell’Eremo di Sant’Antonio che risale al 1380. Alcuni studi fatti sulla struttura datano la sua costruzione originale nell’XI secolo con un dormitorio annesso alla chiesa. Oggi rimane visibile solo l’abside, parte della volta e il muro perimetrale. Il complesso fu abbandonato nel 1610 quando i religiosi vennero trasferiti nel nuovo monastero degli Agostiniani di Levanto. Era presente anche una statua di Sant’Antonio abate custodita oggi nell’oratorio della Morte e Orazione nel centro storico di Monterosso. Proseguendo verso la punta si incontrano anche gli edifici abbandonati del Semaforo del Mesco appartenenti alla Marina.
Torniamo sui nostri passi sul sentiero principali seguendo il segnavia 10 e si comincia una lunga discesa conosciuta come “i gradoni”. Molti sono dissestati e lisciati dalle piogge, quindi occorre fare molta attenzione. Il forte dislivello porta in breve alla statua del Nettuno di Fegina situata all’inizio della passeggiata mare di Monterosso.
Il borgo ha origini antiche e ha visto dure lotte con i Longobardi. Dopo una lunga contesa con Pisa diventa possedimento di Genova nel 1254. La costruzione dei muretti a secco ha inizio nel XII secolo per la coltivazione dei vigneti e oggi possiamo ammirare chilometri di terrazzamenti. Montale lo definiva “paese roccioso e austero, asilo di pescatori e contadini”. Dal 1997 è patrimonio mondiale dell’umanità e da allora ha avuto un enorme sviluppo turistico. Gli alberghi e i ristoranti si propagano dalla passeggiata della Fegina al centro storico e sono la vita del borgo.
Per chi volesse proseguire l’escursione, attraversando il paese Monterosso si raggiunge l’inizio del Sentiero Azzurro che porta a Vernazza.
ho percorso anche questo sentiero, bellissimo, i panorami sono unici, la stagione migliore sarebbe questa, ma quest’anno ci tocca rinunciare. D’estate è decisamente troppo caldo, almeno per me…