Renèuzzi: l’anello di Vegni, Casoni e Ferrazza

Passeggiando tra le storie abbandonate della Valle dei Campassi da Vegni a Renèuzzi. Le Vie del Sale della Val Borbera.

Ci troviamo in provincia di Alessandria nell’alta Val Borbera. In una limpida giornata estiva lasciamo l’auto nel largo piazzale del borgo di Vegni dove inizia il nostro percorso alla ricerca del paese fantasma di Renèuzzi.

Il sentiero parte dal parcheggio e attraversa la piccola frazione in direzione della chiesa. Tralasciato il sentiero per il cimitero, s’imbocca la carrareccia sulla sinistra fino a un tornante. Qui si prosegue in mezzo alla faggeta seguendo la staccionata fino alla panchina posta in prossimità della sella panoramica sulla Valle dei Campassi.

Casoni di Vegni e Ferrazza

Si prosegue in discesa, poi su continui saliscendi superando alberi secolari e impluvi di piccoli rii secondari. Il primo agglomerato di case che incontriamo sono i resti del borgo di Casoni. Gli ultimi interventi sui caseggiati risalgono al 1860 come riporta una scritta incisa su un curioso scorcio all’ingresso del paese. Di notevole interesse il fabbricato realizzato in fregio al sentiero su un arco in pietra, così come un vecchio “velabro” in legno, un macchinario utilizzato per la lavorazione dei cereali. Questi strumenti venivano realizzati a Renèuzzi per macinare il grano e gli abitanti di Casoni lo usavano per andare a lavorare nella “vicina” Pianura Padana.

Si prosegue così nel fresco sottobosco fino a scorgere tra le alte frasche i tetti, in parte ristrutturati, della frazione di Ferrazza. Qualche discendente mantiene ancora in vita questo angolo di case durante il periodo estivo. La località è infatti servita da una teleferica per l’approvvigionamento dei generi di prima necessità. Oggi come allora è un crocevia di numerosi sentieri, un’isola verde incorniciata da boschi di latifoglie. Molto caratteristici sono i suoi poggioli con ringhiere in legno e il piccolo trogolo che costeggia il sentiero. Qui la vita rurale di media montagna appare davvero evidente e chiara anche agli occhi di chi non è abituato alle ferree regole della natura.

Renèuzzi

Il segnavia ci conduce nella più grande e appartata frazione della Valle dei Campassi. Arriviamo così a Renèuzzi posto a 1075 m alle pendici nord del Monte Antola. Incontriamo subito il piccolo cimitero sulla sinistra dove riposano gli abitanti del borgo. Sulla destra si erge tra le foglie l’oratorio dedicato a San Bernardo Abate con il piccolo altare, una nicchia vuota dove veniva custodita la statua del santo e una rudimentale acquasantiera.

La maggior parte delle case sono crollate ma possiamo trovare scorci di particolare interesse. Un fabbricato dai muri curvi che costeggia un tornante del sentiero, permetteva il passaggio agevole dei carri lungo le vie del borgo, mentre all’interno di alcuni porticati intatti si può trovare ancora funzionante una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e alcune stalle ben conservate.

Si narra che i fondatori del paese fossero bresciani o bergamaschi. La località era uno snodo importante dell’antica via del sale, ma la sua posizione impervia, alla fine della seconda guerra mondiale, spinse gli abitanti del paese a cercare fortuna altrove. Renèuzzi era una grande famiglia, l’isolamento del paese portava alla nascita di relazioni familiari con conseguenti problemi genetici e di salute.

L’ultimo abitante di Renèuzzi

L’ultimo abitante di Renèuzzi è Davide Bellomo, un ragazzo trentenne timdo, restio, amante di questi luoghi. Aveva rifiutato tutte le proposte che aveva ricevuto per andarsene dal villaggio. Era innamorato di Maria, una sua cugina molto più giovane di lui, che viveva a Ferrazza con la sua famiglia. Nonostante fosse una situazione comune in quegli anni, avevano deciso di mantenere segreta la loro relazione.

La famiglia di Maria decise di lasciare il paese e Davide non ha mai accettato il fatto che furono proprio i suoi genitori a prestare i soldi alla famiglia di Maria per comprare casa in città. Tuttavia in un primo momento offrì aiuto alla famiglia per spostarsi, ma il giorno del trasloco definitivo non si presentò all’appuntamento e nascosto dietro un cespuglio, al passaggio di Maria, uccise la ragazza con tre colpi di pistola. Fece subito perdere le sue tracce, ma un mese dopo, nell’ottobre del 1961 alcuni cacciatori ritrovarono nel bosco il suo corpo senza vita. Davide Bellomo riposa ancora oggi nel cimitero di Renèuzzi con altre tombe molto più antiche che lo circondano.

Le vie del sale

La nostra escursione prosegue tornando sui nostri passi da Renèuzzi a Ferrazza dove prendiamo il bivio che risale la Valle dei Campassi aggirando verso monte Casoni, quindi il sentiero dell’andata. Si incontra presto una carrareccia più larga che, dopo un paio di tornanti a gomito, porta sullo stesso sentiero di andata per Vegni. Renèuzzi si può raggiungere anche percorrendo la via del sale che dal paese di Croso e Campassi scende e attraversa l’omonimo Rio dei Campassi, qui si può visitare l’antico Mulino Gelato e il Mulino dei Gatti. Quindi si risale il crinale opposto fino al borgo abbandonato che si raggiunge dopo circa 2 ore dalla partenza.

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